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L’Appennino Bolognese con i suoi numerosi parchi naturali è una tra le mete favorite dagli appassionati di sport all’aria aperta.
Dallo sci, praticabile nella suggestiva cornice del Corno alle Scale, ai numerosi itinerari percorribili a piedi o in mountain bike fino agli sport acquatici che animano il contesto del Parco dei Laghi, l’Appennino è un vero e proprio paradiso dell’outdoor.
Non tutti sanno però che al suo interno si nascondono monumenti, chiese, palazzi, pievi e castelli, talvolta poco noti ma che, proprio per questa ragione, meritano di essere scoperti in tutta la loro bellezza.
Dall’antica città etrusca alla sede del Capitanato
Percorrendo un itinerario ideale procediamo verso Vergato , dove incontriamo il Palazzo dei Capitani della Montagna, edificio appartenuto ai Malvezzi in cui governarono i capitani (dopo che la sede del Capitanato fu spostata da Casio a Vergato) dal 1400 al 1700.
Il palazzo, come appare oggi ai nostri occhi, è opera della ricostruzione attuata nel 1885 da Tito Azzolini, noto architetto del bolognese. Oltre a rimanere colpiti dalla facciata esterna, su cui sono apposti gli stemmi delle varie famiglie che si sono succedute, il vero spettacolo di questo edificio sono le vetrate.
Realizzate nel 1998 dal maestro Luigi Ontani, si tratta di vere e propri tesori d’arte che ornano la sala in cui oggi si riunisce il consiglio comunale.
Basta spostarsi poco lontano dalla dimensione cittadina per trovarsi avvolti nell’atmosfera silenziosa della natura che circonda questa zona e che fa da cornice al Santuario della Madonna del Bosco.
Edificato ex voto, dopo la pestilenza del 1630, il Santuario si trova lungo la Porrettana, tra Calvenzano e Tabina. La struttura, molto semplice, è arricchita dal dettaglio delle sei cappelle con volte a botte, situate lungo le ali, e dal presbiterio a pianta quadrangolare illuminato dalla luce naturale che filtra attraverso le piccole finestrelle ovali.
Rocchetta Mattei… e non solo!
Grizzana Morandi il cui nome è legato alla figura di Giorgio Morandi, famoso pittore ed incisore bolognese del secolo scorso, ospita una casa museo, in cui l’artista si recava per realizzare le sue opere. Di particolare interesse sono la biblioteca, la camera da letto e la vista sui Fienili di Campiaro che tanto ispirarono Morandi.

Impossibile non rimanere affascinati dalla bellezza della Rocchetta Mattei, edificio ricco di suggestioni, che svetta su quella che un tempo era la Rocca di Savignano.
Riola custodisce un altro gioiello architettonico degno di visita. Si tratta della Chiesa di S. Maria Assunta realizzata dall’architetto finlandese Alvar Aalto, tra l’altro suo unico intervento in Italia.
La Chiesa edificata tra il 1975 e il 1980, nasce dal desiderio di rinnovamento che si andava diffondendo in Europa in seguito al Concilio Vaticano II.
La struttura è articolata in una chiesa principale (fulcro dell’intero edificio) a cui fanno seguito il sagrato pedonale, la torre campanaria, la casa canonica e le opere parrocchiali.
La ripetizione è il fil rouge che unisce gli elementi che caratterizzano questa chiesa, dalle lame sfalsate della torre campanaria, alle onde stilizzate sulla facciata principale che sormontano le imponenti vetrate.
Interessante poi è anche l’utilizzo di più materiali che contrastano il monocromatismo degli ambienti, dal pavimento assemblare in cotto toscano fino a quello presbiteriale realizzato con la tecnica del mosaico.
Tra borghi medievali e prodigi ingegneristici
Un salto nel tempo ci porta tra le atmosfere medievali del suggestivo borgo La Scola, in cui sono conservati dei veri e propri tesori artistici realizzati dalle sapienti mani dei Maestri Comacini.
A Montovolo, ribattezzato col nome di Sinai Bolognese, si trovano il Santuario di Santa Maria della Consolazione e l’Oratorio di Santa Caterina. Inseriti nel contesto naturalistico del Parco di Montovolo, i due edifici sono insieme luogo di grazia (per le donne devote alla Madonna) e di consolazione (per tutti gli ammalati).
Non solo natura e arte ma anche opere ingegneristiche che hanno segnato un’evoluzione nel modo di vivere della popolazione dell’Appennino.
È questo il caso di Mulino Cati un fabbricato del XVII sec, che sorge lungo le sponde del Limentra ed in cui oggi è possibile ripercorrere il ciclo del grano e vederne la trasformazione in prodotti finiti.
Mulino Cati insieme ad altri cinque edifici, tra cui Palazzo Comelli esempio di architettura alto-borghese di montagna dell’Appennino, forma il complesso dell’Ecomuseo Camugnanese, museo diffuso in cui si affronta il rapporto dell’uomo con la natura declinato in varie forme, dalle stagioni, al mutare del tempo.
Risalendo l’Appennino
Il nostro percorso continua a Castiglione dei Pepoli, cittadina che predomina la Valle del Brasimone. Oltre alla Torre dell’orologio e la Palazzina, situate nella piazza centrale, di particolare interesse risultano l’Antico Palazzo Comitale e la Chiesa di S. Lorenzo. Quest’ultima, edificata nel XVI sec, custodisce al suo interno pregevoli tesori artistici.
Risalendo per l’Appennino, tra rigogliosi boschi ed impetuose montagne, incrociamo il comune montano di San Benedetto Val di Sambro.
Oltre alle bellezze naturalistiche che lo rendono una meta apprezzata dagli appassionati di sport outdoor, San Benedetto va visitato anche per i suoi tesori artistici a cui fa da cornice. Il territorio circostante, infatti, è caratterizzato dalla presenza di affascinanti borghi medievali come Zaccanesca, Qualto e Ripoli e nella frazione di Madonna dei Fornelli sorge il Santuario dedicato alla Madonna della Neve edificato nel 1638 come ringraziamento per la fine della peste.
Una pinacoteca per celebrare l’Appennino
Tappa finale del nostro itinerario alla scoperta dell’Appennino Bolognese è Monzuno, situato tra le Valli del Savena e del Setta.

Probabilmente non tutti sanno che in questa cittadina di montagna è collocata una pinacoteca dedicata a due figure artistiche molto particolari, Nino Bertocchi e Lea Colliva.
La struttura che ospita oltre 50 opere di Bertocchi e altrettante della Colliva, è un omaggio al territorio e alle sue bellezze. Un modo per celebrare tramite dei tesori artistici la suggestione dell’Appennino Bolognese.
In ultimo, una sosta va fatta nella vicina Rioveggio dove sorge il Castello di Elle, così definito in modo improprio in quanto non ospitò mai un vero e proprio castello.
La struttura, edificata nel XVI sec ed appartenuta alla famiglia Berti, si contraddistingue per la presenza dei due manieri, quello di Polverara e la Torre di Montorio.
E dopo aver riempito gli occhi con la bellezza di questi tesori artistici, è il momento di concedere un degna ricompensa anche al corpo! La ricca tradizione enogastronomica dell’Appennino, tra paste ripiene e ricchi piatti a base di funghi e tartufi sarà un ottimo premio.