VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL BEL PAESE
Perdersi tra le bellezze d’Italia, senza perdersi il meglio.
Gli Speciali DI CIBò. SO GOOD!

Gaggio Montano, il faro dell’Appennino

Il suo ruolo è stato fondamentale sia nel periodo dei commerci con la Toscana, sia durante la Seconda Guerra Mondiale, quale rifugio per fuggiaschi e partigiani.

Un borgo montano con un faro, potrebbe sembrare un ossimoro, ma non lo è.
A Gaggio Montano, piccolo paesino arroccato sull’Appennino Bolognese, spicca infatti un monumento che non ha nulla a che vedere con la navigazione…

 

                                     AUDIOGUIDA

Il Faro in cemento armato domina la scena da qualunque punto si raggiunga Gaggio Montano. In questo imponente monumento, edificato sulla sommità del masso di ofiolite che caratterizza il piccolo borgo, denominato “Sasso di Rocca”, vive la memoria storica più recente e drammatica. Sorto nel 1952 per opera dell’ingegnere Giuseppe Rinaldi, il Faro di Gaggio è dedicato ai caduti della montagna delle due guerre mondiali.

Armati di buon fiato e buone gambe, si affrontano 155 scalini per raggiungere la cima dove, nel XIII secolo, il comune di Bologna fece costruire una rocca, in seguito sostituita dall’attuale Faro dei Caduti della Montagna.
La collocazione del piccolo borgo montano ben si prestava infatti a farne un punto strategico sia durante il florido periodo di commerci che si estendevano alla vicina Toscana, sia nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando divenne rifugio di partigiani e cittadini. Oggi, il punto più alto di Gaggio resta una meravigliosa terrazza panoramica sulla vallata del Silla, sull’Alta Valle del Reno, con il monte Cupolino e il Corno alle Scale.

 

Il borgo antico

Attorno alla suggestiva rupe che domina il borgo, nel Duecento i bolognesi costruirono una Rocca a scopo difensivo, le cui tracce si ritrovano in quella che divenne la dimora dei Capacelli, situata ai piedi del Sasso di Rocca, dove sono ancora conservati interessanti ambienti trecenteschi e frammenti di affreschi del XV secolo. Questa parte di Gaggio Montano è denominata “Il Ponte” ed è esattamente l’antico borgo, che conserva ancora questi importanti pezzi di storia, come l’arco con stemma della famiglia Tanari, datato 1563, o quello con stemma gentilizio, voluto dalla famiglia Capacelli nel 1564, raffigurante un drago a sette teste sovrastato da una testa d’uomo. E, ancora, casa Pasi, uno tra i più begli esempi di architettura rinascimentale nell’Appennino Bolognese.

 

Esplorare i dintorni di Gaggio Montano

Senza dubbio, il periodo migliore per visitare la zona è quello estivo, soprattutto per gli amanti della bicicletta: il borgo di Gaggio Montano si trova infatti lungo la Ciclovia Appenninica, un itinerario di 1600 chilometri che si snoda dalla Liguria fino alla Sicilia.
Anche gli amanti del trekking si innamoreranno di questo piccolo borgo montano e dei suoi dintorni, a partire dal Monte Belvedere, una terrazza naturale che affaccia su uno dei più stupefacenti panorami sulla valle del Silla.
Qui, partendo dalla chiesa di Ronchidoso, è possibile percorrere un itinerario ad anello che ripercorre uno dei tratti più significativi della Linea Gotica. È nella primavera del 1945, infatti, che qui, sul Monte Belvedere, fu combattuta una delle battaglie più cruente ed è a Ronchidoso che si costituì la brigata “Giustizia e Libertà”, a cui è dedicata una lapide nel suo famoso Santuario degli Emigranti.

Pietracolora
Pietracolora

Tra le frazioni di Gaggio Montano che meritano una visita, menzioniamo Pietracolora con la sua chiesa dedicata a Santa Lucia. Si tratta di una chiesa di origine antica, completamente ricostruita alla fine degli anni Cinquanta. A poca distanza dall’abitato, la località Sassane offre uno spettacolo naturale senza pari: una particolare formazione arenaria, ai cui piedi sgorga una piccola sorgente termale a strapiombo sul torrente Marano. Qui, il Santuario dedicato a Santa Maria Maddalena impressiona per la sua straordinaria collocazione sull’apice di uno scosceso.
Poco oltre, la frazione di Rocca Pitigliana, un suggestivo borgo sulla vetta di una rupe, famoso per la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, unita al rilievo roccioso. Da qui, percorrendo la strada per Bombiana, si può ammirare la casa-torre di Montefrasco, risalente ai secoli XV-XVI.