Sotto forma di pralina o crema spalmabile, di bevanda calda o di goloso dessert al cucchiaio, il cioccolato è un prodotto a cui in pochi riescono a rinunciare.
Col suo sapore avvolgente e corposo ed il suo inconfondibile profumo, il cioccolato sembra essere davvero la panacea di tutti i mali!
Riuscireste mai ad immaginare che questo prezioso alimento, derivato dai semi della pianta del cacao, porta con sé secoli e secoli di storia?
6000 anni e non sentirli!
Pare infatti che oltre 6000 anni fa la pianta di cacao, nota con il nome di Theobroma Cacao (ossia Cibo degli Dei), fosse conosciuta dalla popolazione Maya, che la coltivava tra Yucatan, Chiapas e Guatemala.
Già allora i semi di questa pianta erano reputati talmente rari e preziosi da costituire una sorta di moneta di scambio, oltre che essere appannaggio esclusivo delle fasce più abbienti della popolazione.
È sempre con i Maya che compare l’antenato di quella che oggi conosciamo come cioccolata in tazza.
In Sudamerica, infatti, veniva servita una bevanda a base di cacao, acqua calda e aromi, a cui alcuni aggiungevano anche miele e farina oppure amido di mais per renderla più densa.
Con la conquista spagnola la bevanda a base di cacao, conosciuta presso gli Aztechi con il nome di xocoatl, si arricchisce di una stuzzicante schiumetta, ottenuta grazie all’ausilio del “molinillo” o “batirol”, una frusta in legno tornito.
Dal Sudamerica all’Europa
Ciononostante, il cioccolato arriva in Europa solo nel 1519, ad opera di Hernan Cortez che si presenta alla corte di re Carlo V recando in dono proprio i semi di cacao. È in questa fase che il gusto dello xocoatl viene ingentilito sostituendo l’aroma penetrante del peperoncino con la più delicata vaniglia.
Il successo della bevanda, e del cacao in generale, non passò certo inosservato e nel ‘600 il commerciante fiorentino Francesco D’Antonio Carletti lo presenta nelle tavole dell’alta borghesia toscana, anche se fu con il matrimonio tra Caterina e Carlo Emanuele I di Savoia che il cioccolato conquistò definitivamente Firenze.
In realtà, sarà poi Torino ad affermarsi come patria italiana del cioccolato. In primo luogo per la serie di invenzioni brevettate nella città sabauda.
Da quella di Bozzelli, nel 1802, a quella più avanguardistica di Pierre Paul Caffarel che ottimizzò una macchina per produrre oltre 300 kg di cioccolato al giorno, ma anche per aver dato i natali ai cioccolatini e all’inimitabile “bicerin”, bevanda a base di caffè, cioccolato e crema di latte dolcificata con sciroppo.
Fare la figura del cioccolataio…
Torino, inoltre, fu teatro della singolare vicenda che diede origine al famoso detto “fare la figura del cioccolataio”.
Si narra, infatti, che un noto cioccolataio andasse in giro per Torino con una carrozza trainata da ben 4 cavalli e che il re, indispettito, l’avesse ammonito per aver sminuito in quel modo la sua figura che non si sarebbe mai “abbassata” a quella di un cioccolataio.
Col passare dei secoli, quella del cioccolato è diventata una vera e propria tradizione avvalorata dalla presenza di figure specializzate, come quelle dei maître chocolatier, custodi unici della grande arte del saper maneggiare il cioccolato.
E che sia reale o meno il fondamento scientifico, è innegabile… il cioccolato con la sua infusione di buon umore riesce ad essere davvero un toccasana naturale contro ogni malinconia!