C’era una volta il mosciolo di Portonovo, selvaggio muscolo marchigiano presidio Slow Food, parente della cozza, ma dall’essenza differente. C’era una volta nel senso che siamo andati alla sua ricerca, battendo non solo i ristoranti e le trattorie del Conero, ma anche il mercato del pesce di Portonovo scoprendo che, a partire dal 25 agosto, la distribuzione è stata limitata secondo le direttive dalla Cooperativa Pescatori di Portonovo in accordo con Slow Food Ancona e Conero. Il motivo è semplice: salvaguardare il presidio che quest’anno ha sofferto delle anomale condizioni climatiche.
L’estate torrida e caratterizzata dalla quasi totale assenza di precipitazioni ha infatti influito sui mari e i loro abitanti, portando le acque a temperature ben al di sopra della media stagionale e riducendo la presenza del fitoplancton di cui si nutrono. Insomma, un habitat decisamente critico per molte specie, mitili inclusi.
Solitamente il mosciolo di Portonovo viene pescato fino a ottobre, ma le caratteristiche che presentavano gli esemplari a maggio avevano già fatto intendere che la stagione non sarebbe stata favorevole. Una presenza di moscioli scarsa ed esemplari dalle dimensioni particolarmente ridotte hanno fatto propendere per lo stop del commercio indirizzato alla ristorazione e alla grande distribuzione, ma Slow Food e i pescatori della Cooperativa si impegnano a monitorarne costantemente lo stato e, in caso, interrompere l’attività di pesca prima del mese di ottobre previsto dal disciplinare.
L’identikit del mosciolo di Portonovo
Si tratta di una cozza che, a differenza di quelle allevate, si riproduce e cresce in modo naturale sulle rocce sommerse della costa del Conero e viene pescata con la “moscioliniera”, una lunga asta con denti di ferro ricurvi che servono per raschiare gli scogli. La zona di pesca – limitata per assicurare la riproduzione naturale e salvaguardare la sopravvivenza dei moscioli – parte dal Trave, una striscia di roccia emersa dal mare lunga circa un chilometro, e arriva fino a Sirolo. Questo tratto costiero vanta (almeno fino a prima di questa estate rovente) abbondante nutrimento e acque particolarmente salubri, caratteristiche che si riflettono nelle qualità organolettiche e nutrizionali dei moscioli di Portonovo.
Ma veniamo alla vera domanda: come gustare i moscioli? Parimenti alle cozze d’allevamento, i piatti che si possono preparare con i mitili selvaggi sono molti: dalla zuppa al sugo per condire la pasta, meglio se fatta in casa, dalla versione gratinata al forno, fino al più classico dei piatti estivi anconetani, ovvero il “mosciolo shioppato”. In questa ricetta i moscioli vengono aperti in padella con olio extravergine di oliva e conditi nel piatto con la loro acqua di cottura, olio a crudo e limone. Non dimentichiamo infine la versione ripiena di un impasto di carne di manzo, uovo, pangrattato e un battuto di moscioli.