VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL BEL PAESE
Perdersi tra le bellezze d’Italia, senza perdersi il meglio.
ortaggi da tutelare

Broccolo fiolaro, la De.Co. amata da Cracco

Con il suo gusto unico si presta a un'infinità di utilizzi in cucina, come dimostra lo chef Carlo Cracco, il più grande testimonial del broccolo De.Co. del vicentino.

broccolo fiolaro di Creazzo

Un grande vanto del comune vicentino riportato anagraficamente nella sua denominazione, il broccolo fiolaro di Creazzo è parte integrante della cultura degli abitanti di questo terreno collinare. L’altra parte del nome, invece, richiama non solo la sua struttura, ma ne fissa nuovamente e saldamente le radici al terreno in cui coltivato da almeno 1800 anni. L’aggettivo “fiolaro” deriva infatti dal termine dialettale “fioi”, ovvero figli, che sta a indicare i germogli inseriti lungo il fusto della pianta.

E di strada verso la fama, questo vegetale, ne ha fatta tanta: dalle umili tavole contadine, oggi lo si ritrova spesso nel menù di uno chef pluripremiato, come vedremo fra poco. Ma torniamo indietro un attimo, solo per poco. Il primo a citare il broccolo fiolaro di Creazzo nei suoi scritti fu Catone il Vecchio, che lo descrisse ampiamente per le sue proprietà benefiche, oltre che per il gusto. In particolare, pare siano i broccoli che hanno subito le prime gelate a vantare il sapore migliore.

Anche Goethe, qualche anno più tardi, abbozzò un disegno che ritraeva una venditrice di broccoli intenta a trasportare due ceste di fiolaro, e queste sono preziose testimonianze di una tradizione secolare, alacremente difesa dai creatini ed oggi inserita nell’elenco dei prodotti tipici veneti De.Co.

 

In cucina con il broccolo fiolaro

Che la sua fama sia dovuta in parte al suo più strenue sostenitore, ovvero il cittadino di Creazzo che ha saputo con la sua arte culinaria balzare in cima alle classifiche e ai palinsesti televisivi? Non abbiamo una risposta, ma di una cosa siamo certi: Carlo Cracco, creatino DOC, sa rendergli giusto riconoscimento e valore grazie ai suoi piatti, facendogli da vero e proprio “testimonial” nella grande operazione di rilancio di un prodotto povero, ma da conservare e preservare.

E se non siamo Carlo Cracco, come possiamo valorizzarlo al meglio in cucina? Con ricette semplici, ma gustose, come ad esempio una vellutata o una zuppa, o rendendolo un cremoso condimento per una pasta (ad esempio i bigoi), ma anche per una lasagna al forno. Sicuramente non sbaglierete se lo vorrete fare lesso o trifolato, così come nel caso optaste per delle sfiziose polpettine con broccolo fiolaro di Creazzo e ricotta!