Centro di scambi commerciali, pellegrinaggi, ma anche luogo di passaggio di artisti e letterati. Vicopisano è un piccolo borgo medievale che conserva intatto il suo fascino da gustare all’insegna della lentezza.
Situato tra Pisa, Lucca e Firenze, alle pendici del Monte Pisano, custodisce una storia millenaria oltre a numerosi tesori che vanno dall’arte all’enogastronomia.
Ed è proprio grazie alle sue peculiarità, così diversificate tra loro, che il borgo di Vicopisano è riuscito ad inserirsi di diritto tra le bandiere arancioni del Touring Club.
Da San Francesco a Brunelleschi, un salto nel tempo a Vicopisano
Nato dalla fusione di due insediamenti di epoca etrusca, Vicus e Vicus Auserissola, questo borgo fu più volte oggetto di contese, tra Pisa e Firenze, per la sua posizione strategica tra L’Arno e l’Auser.
In epoca medievale, Vicopisano assunse definitivamente il toponimo attuale e, contestualmente, si svilupparono anche i piccoli centri limitrofi.
Un periodo di particolare splendore per il borgo che si tradusse nell’edificazione di architetture ancora oggi visibili.
È il caso della Torre delle Quattro Porte, visibile oggi per un terzo della sua altezza originaria, e della Torre dell’Orologio, costruita con intenti militari e poi adibita a campanile.
Di quest’ultima rimane ben conservato l’orologio presente sul lato Ovest i cui meccanismi risalgono al XVIII sec.
A fare riferimento a Vicopisano in quest’epoca sono gli Annali Francescani che riportano un visita di San Francesco databile intorno al 1211. Pare, infatti, che il Santo avesse trascorso due giorni nel borgo per predicare, trovando alloggio presso la casa dei nonni paterni.
Ma non solo. Tra i piccoli borghi che circondano Vicopisano, Caprona dove è collocata la Torre degli Upezzinghi, è citata da Dante Alighieri nel XXI canto dell’inferno facendo riferimento all’assalto mosso dai Guelfi.
Tra gli edifici da menzionare a Caprona, non possiamo non fare riferimento alla Pieve di Santa Giulia. Una chiesa a croce latina con un’unica navata realizzata principalmente in verrucano e pietra arenaria e menzionata già a partire dal 1096.
Sotto Pisa, il borgo visse una fase d’arresto a livello economico e, dopo oltre cento anni tra pestilenze, guerre e assedi, cadde in mano a Firenze.
Figura centrale di questo periodo fu Brunelleschi a cui venne affidata la fortificazione di Vicopisano e la riedificazione della Rocca Medievale.
Situato sul punto della collina, è l’edificio più importante e rappresentativo del borgo.

Rispetto all’edificio originario, l’architetto fiorentino realizzò una struttura sopraelevata, circondata da ponti levatoi funzionali all’isolamento degli spazi.
Oltre al mastio, i cui lati misurano 15 metri, fu edificata anche una torre angolare e una muraglia di collegamento tra il mastio e la Torre dei Selvatici.
Il muraglione, lungo circa 70 metri, consentiva di raggiungere la Torre del Soccorso in comunicazione con l’Arno per la ricezione di aiuti durante gli assedi.
A distanza di secoli, la Rocca del Brunelleschi rimane uno degli esempi più pregevoli di architettura militare fiorentina del XV sec.
Uno sguardo verso il mare, tra sentieri e mulattiere
Perdersi tra le stradine di Vicopisano significa esplorarne il lato più intimo e nascosto. I caratteristi muretti a secco, i sentieri e le mulattiere sono segni di un’identità inconfondibile che vale la pena scoprire.
Tra gli itinerari più belli e peculiari c’è quello dei terrazzamenti, un’immersione nella tradizione locale dell’olivicoltura tra le piante che costeggiano il Monte Pisano.
Passando da Buti, Vicopisano, Calci, Agnano e Asciano, godrete della suggestione di un paesaggio davvero unico.
Questo lembo di terra ha sempre risentito fortemente del passaggio di fedeli e pellegrini, come testimonia la presenza di importanti cammini legati alla spiritualità.
La Via Francigena al mare è uno di questi. La prima tappa va da Badia Pozzeveri a Vicopisano con la possibilità di scegliere tra due varianti; la seconda costeggia l’Arno e va verso Pisa dove c’è la possibilità di imbarcarsi sul battello Marco Polo alla scoperta di Livorno. Meta di arrivo della terza ed ultima tappa è Stagno.
Altro percorso interessante è l’itinerario di cammino a Vicopisano che porta dalla borgata di Noce al Monte Verruca, lo sperone roccioso su cui sorge l’omonima Rocca.

Il castello, di grande importanza strategica per la Repubblica di Pisa, era il cuore di un sistema di fortificazioni sparse su tutto il territorio circostante.
Oltre al rilievo militare, il Monte Verruca ha avuto un forte impatto anche sull’economia della zona. Da qui infatti viene estratta la pietra verrucana usata per realizzare numerosi edifici tra Pisa e Firenze.
In ultimo, l’anello intorno a Vicopisano che in 5 ore porta a San Jacopo e al borghetto medievale La Torre sull’ampia crinale del Colle di Cincia.
Ci si incammina verso il monte Castellare da cui si gode della vista sulla pianura sottostante dove scorre l’Arno. Si procede quindi per Campo dei Lupi dove, attraverso il sentiero 00 si arriva all’antico monastero di San Michele in cima al Monte Verruca.
I resti visibili risalgono al complesso monastico benedettino fondato dal marchese Ugo di Tuscai alla fine del X secolo. Nel 1100 l’abbazia passò ai Camaldolesi, poi ai Cistercensi e agli Agostiniani.
Da qui ci si avvia verso le Mandrie sull’ampio crinale Col di Cincia. Si scende quindi verso Vicopisano, incontrando prima la caratteristica casa-torre, l’antico frantoio ad ingranaggi di legno e la Chiesa romanica di San Iacopo in Lupeta.
Acque pure e relax
Una delle frazioni di Vicopisano è Uliveto Terme, località nota per l’eccellenza delle sue acque.
Apprezzate da Greci e Romani sin dal V secolo, le terme hanno da sempre rappresentato una grande attrattiva per artisti, letterati e anche regnanti.
I primi riferimenti relativi alle terme di Uliveto risalgono al Medioevo come riportato dall’erudito Ludovico Antonio Muratori, ma a scoprire le proprietà delle acque pare sia stato il professor Giuseppe Giuli.
Giuli faceva riferimento a due sorgenti, una detta “acqua del Bagno delle Cave di Uliveto” situata in prossimità del Monte Pisano e l’altra, detta “acqua del Bagno Antico di Noce” nella zona del Monte Verruca.
La prima è l’acqua che ancora oggi viene adoperata presso le terme di Uliveto nei vari trattamenti proposti. Si tratta di un’acqua termale bicarbonato – alcalino – ferrosa che trova impiego nella terapia idropinica e nel trattamento delle patologie dell’apparato gastro-enterico.
Le terme di Uliveto si caratterizzano però per un’offerta estremamente variegata che include attività come lo yoga e l’acquagym.
Un territorio da gustare… lentamente!
La tradizione enogastronomica di Vicopisano è un vero e proprio racconto del territorio con tutte le sue sfumature e peculiarità. Grande protagonista è l’Olio Toscano IGP Monti Pisani, tutelato dal 1998.
Dal colore verde più o meno intenso, che col passare del tempo vira al giallo, questo olio si caratterizza per un profumo vegetale e un gusto amaro con una nota finale piccante.
Un sapore unico che lo rende l’ingrediente perfetto per la realizzazione dei piatti tipici della zona.

Apparentemente semplice ma in realtà ricca di gusto ed estremamente nutriente, la Zuppa alla Pisana è uno dei primi piatti ancora oggi più proposti dalle trattorie locali.
A base di pane raffermo, fagioli, cavolo cappuccio, bietole, pomodoro e cotenna di prosciutto, incarna appieno il lato autentico e contadino di questi luoghi.
La Toscana è conosciuta in tutto il mondo per le sue pregevoli carni. Nel territorio pisano, razza di spicco è quella del Mucco la cui carne viene sottoposta ad una frollatura di due settimane.
La cottura avviene sulla brace con carbone di leccio, quercia oppure olivo, conferendo alla carne un sapore e un profumo inconfondibile. Il mucco dovrà risultare colorito all’esterno e rosso all’interno, ma prima di servirla non va dimenticato un filo d’Olio dei Monti Pisani e del sale grosso.
Non esiste vicarese che nella propria vita non abbia mangiato un piatto di chiocciole. Protagoniste di una sagra che ogni anno, a fine maggio, anima le stradine di Vicopisano, le chiocciole sono una vera prelibatezza.
Cucinate insieme a pochi e semplici ingredienti, tra i quali il pomodoro, la cipolla, il brodo e del buon vino rosso toscano, sono uno dei piatti iconici del borgo.
Per finire, non può mancare in tavola la Torta coi Bischeri, riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale.
Originaria di Pontasserchio, questa torta veniva offerta ai pellegrini che accorrevano per la festa del SS. Crocefisso del Miracolo. Ma cosa sono i “bischeri”?
Oltre ad essere la denominazione con la quale, in Toscana, si indicano le persone non molto “sveglie”, in questa torta i bischeri sono le punte che caratterizzano il bordo.
Il guscio è una classica frolla (di cui viene tenuta una parte per fare i bischeri) che fa da scrigno ad un ripieno a base di riso, latte, cioccolato, canditi, uvetta, pinoli, vin santo e scorza di limone.
