Scenograficamente eretto su un gradone calcareo della Murgia orientale che domina la Valle d’Itria, Cisternino è immerso in un territorio reso unico dalla pietra locale, da sempre lavorata per creare i celebri trulli e le storiche masserie, ma anche gli altrettanto caratteristici muretti a secco e le cummerse, tipiche abitazioni dal tetto spiovente.
Perdersi tra i vicoli e le piazzette è un vero piacere, respirando a pieni polmoni l’aria antica del centro storico, dove domina il bianco delle case addossate le une alle altre, unite da archi e intervallate da scale e scalette esterne. Tra balconcini e maschere in pietra, non si può che restare affascinati da questo capolavoro di architettura popolare.
Assaporare il territorio, tra masserie, trulli e macellerie con fornello
Patria delle macellerie con fornello, tra le molte specialità del borgo pugliese non possono mai mancare sulla tavola le famosissime bombette di Cisternino, deliziosi involtini di capocollo ripieni di Canestrato, e i gnumereddi, budella di agnello arrotolati attorno a frattaglie miste come cuore, fegato, polmone, rognone e insaporiti con prezzemolo o altre spezie.
Entrambi questi cibi di strada ci raccontano un passato di latifondi, mezzadri e signori feudali che potevano godere dei tagli più pregiati, mentre i contadini delle masserie dovevano trovare il modo per rendere più appetitose le interiora degli ovini, molto spesso l’unico tipo di carne che si riusciva a mettere in tavola.
Non solo carne: anche a Cisternino, come nel resto della regione, le orecchiette al sugo con una spolverata di ricotta o pecorino, o con il classico condimento alle cime di rapa sono un must, assieme al purè di fave con cicoria (faveneddhe e cicureddhe), che potete ricreare facilmente a casa vostra seguendo la nostra ricetta.
Come sempre, in Puglia una menzione d’onore la meritano i prodotti da forno, su tutti taralli e friselle, queste ultime rese perfette dall’incontro con un altro grande protagonista della cucina pugliese: l’olio extravergine d’oliva, unitamente a qualche pomodorino.
L’acquedotto pugliese e la sua ciclovia
Partendo da contrada Figazzano è possibile percorrere il primo tratto della Ciclovia dell’Acqua, parte della variante pugliese della Ciclovia degli Appennini.
L’itinerario ciclabile unisce Figazzano, frazione del comune di Cisternino, a Ceglie Messapica, lungo una strada di servizio dell’acquedotto pugliese, e rappresenta il primo stralcio di un più grande sistema di oltre 250 Km inserito nel piano della rete ciclabile della Regione Puglia.
Ancora in fase di progettazione, l’itinerario ciclabile dovrebbe collega Caposele, in Irpinia, a Santa Maria di Leuca, attraversando dunque Campania, Basilicata e Puglia, e mettendo in collegamento alcuni dei luoghi più affascinanti e ancora poco valorizzati della penisola: Alta Irpina, Vulture Melfese, Alta Murgia, Valle d’Itria, Arneo ed entroterra del Salento.
Il tratto attualmente percorribile è stato realizzato in pietrisco pressato sui camminamenti del Canale Principale dell’Acquedotto Pugliese e passa su cinque ponti canali. Queste opere idrauliche permettono di superare i dislivelli naturali del terreno garantendo una pendenza adeguata al percorso e offrendo una posizione privilegiata dalla quale ammirare le bellezze del panorama circostante.