Tra Emilia Romagna e Toscana, abbracciato dalle alture del Corno alle Scale, sorge il comune diffuso di San Marcello Piteglio.
Qui, nella Montagna Pistoiese, la natura ha conservato intatto il suo fascino più autentico consentendo a questa località di affermarsi non soltanto come paradiso dell’outdoor, ma anche come scrigno di cultura, storia e tradizione da scoprire all’insegna della lentezza.
Di borgo in borgo
Per il ruolo rivestito nei secoli scorsi, San Marcello è definita “Capoluogo della Montagna”. Il titolo è riconducibile al fatto che questa località ospitava la sede del Capitanato ma anche perché, a San Marcello Piteglio, sono custodite le spoglie di Santa Celestina, patrona della Montagna Pistoiese.
La Propositura di San Marcello è un piccolo gioiello artistico.
Le sue origini romaniche sono unicamente visibili nella facciata a capanna con scorci quadrati in pietra serena, mentre il resto dell’edificio è frutto di numerosi rifacimenti.
Oltre al campanile, elemento di spicco realizzato in stile seicentesco, gli interni sono ornati da opere d’arte di alto pregio come l’Invenzione della Croce di Agostino Ciampelli.
Ma basta superare le antiche porte della cittadina per lasciarsi rapire dal fascino dei piccoli borghi che la circondano.
Gavinana è tra i più antichi borghi della montagna.
Oltre ad essere punto di partenza di numerosi percorsi trekking, il borgo ospita il Museo Ferrucciano, testimonianza della battaglia tra le truppe di Carlo V e la popolazione di Gavinana guidata da Francesco Ferrucci.

Degni di visita sono anche la Chiesa di Santa Maria Assunta in stile romanico, Palazzo Achilli e l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese.
Spignana è la meta ideale per chi desidera vivere un’esperienza in linea coi ritmi della natura.
Il borgo custodisce al suo interno la Grotta di Macereti, che prende il nome dalla zona dove in passato si accumulavano gli scarti della lavorazione della pietra serena.
Un’atmosfera unica è quella che si respira a Borgo Migliorini. Nato nel 1500 come luogo di ospitalità per i viandanti che attraversavano il Ponte di Castruccio,
questa località, fondata dalla famiglia Migliorini, ha subito negli anni numerosi rimaneggiamenti ed ha accolto numerosi artisti come Lucy Barnes Baxter e Violet Page.
Delizie di montagna
Sarà per il clima, per la natura incontaminata e per l’ottima aria, le eccellenze enogastronomiche rappresentano uno dei punti di forza di questo territorio.
Partiamo da un fiore all’occhiello, il Pecorino della Montagna Pistoiese.
Insignito del titolo di Presidio Slow Food, questo formaggio viene realizzato con il latte della razza ovina autoctona massese.
Sul territorio si contano circa 80.000 capi allevati a fieno, mais, crusca e avena che producono latte tutto l’anno dando vita ad una vera e propria delizia casearia.
Esistono tre tipologie di Pecorino della Montagna Pistoiese che differiscono l’una dall’altra principalmente per i tempi di stagionatura.
Il fresco ha una nota lattea dominante caratterizzata da sentori di erba fresca. Per esaltare al meglio questa caratteristica, viene fatto stagionare dai 7 ai 20 giorni.
L’abbucciato ha un sapore più intenso, ricco e complesso con un retrogusto che ricorda la castagna. In questo caso i tempi di stagionatura previsti sono almeno di 35 giorni.
Il pecorino da asserbo, infine, è quello più stagionato. Si va da un minimo di tre mesi ad un massimo di un anno. Questa stagionatura conferisce al formaggio un sentore simile a quello del Parmigiano con note piccanti sul finale.

Il Pecorino della Montagna Pistoiese si consuma con il tipico pane toscano o ancora con la polenta, le patate lesse e i necci. Non da ultimo, abbinamento immancabile è quello con le pere.
Parlando di montagna non possiamo non citare il cosiddetto “piuro”, nome dialettale per indicare il mirtillo.
Questa piccola delizia del sottobosco, matura nei territori montani del pistoiese tra luglio e settembre, e viene ancora raccolta manualmente con l’ausilio del pettine.
Ottimo per il consumo da fresco, il piuro è l’ingrediente base per la realizzazione di marmellate e liquori.
Quando si parla di gastronomia toscana, il rimando al pane è quasi immediato. Tutti conoscono il “pane sciocco”, ma pochi sanno che la tradizione dei lievitati a San Marcello Piteglio trova la sua declinazione più autentica nel “panatino“.
Si tratta di un pane dolce a base di miele, zucchero, frutta fresca e noci, preparato durante i giorni di festa. Realizzato un tempo col grano marzolo, il panatino viene ancora a regola d’arte da alcune signore che ne custodiscono gelosamente la ricetta.

Dulcis in fundo, prelibatezza dolce del pistoiese è la torta di mandorle. Il profumo ed il gusto sono quelli dei dolci casalinghi, preparati come tradizione comanda.
Gli ingredienti sono pochi e semplici, mandorle, semi di anice e liquore strega. E se, sulle prime potrebbe sembrare un dolce asciutto difficile da apprezzare, basterà intingerlo nel vin santo per gustarne appieno tutta la bontà.
Natura da scoprire a passo lento
Infinite sfumature di verde, tra castagni, faggi e abeti, disegnano la biodiversità che caratterizza la Montagna Pistoiese. Numerose sono infatti le oasi naturalistiche che puntellano il territorio attorno a San Marcello Piteglio.
La Foresta del Teso con i suoi oltre 2000 ettari di estensione tra Pracchia e San Marcello, oltre ad essere un vero e proprio paradiso per gli estimatori di specie floristiche e faunistiche di montagna, è il punto di partenza di numerosi itinerari percorribili a piedi o in mountain bike ed e-bike.
Un percorso ad anello di circa 9 km, attraversa l’intera area della foresta conducendo fino al Passo del Rombiciaio. Con una deviazione sul sentiero CAI 3, invece, è possibile raggiungere il Rifugio del Montanaro oppure, percorrendo la pista invernale di fondo, tornare verso la Casetta de’ Pulledrari.

Suggestivo, insolito e affascinante è il Parco delle Stelle situato all’interno dell’Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese.
Qui è possibile cimentarsi nel “trekking planetario”.
Il primo pannello, dedicato a Urano, ed l’inizio di un percorso didattico, che offre indicazioni sull’itinerario e sulle peculiarità di ciascun pianeta.
Da qui si dovranno percorrere 1.536 metri per arrivare al “sole” e poi Saturno, Giove, la fascia degli asteroidi, Marte.
Si entra nel “Parco”, circondato protezioni per evitare le incursioni dei cinghiali, dove si trova la Terra, Venere e infine Mercurio, ormai a soli 31 metri dalla “piattaformasole” che è di 7 metri di diametro, dove si può sostare o riprendere il percorso nel vialetto.

Da questo Giardino del Sole di Dami si possono vedere, con angolature diverse, le Portatrici di stelle di Viola o, lasciando il vialetto, scendere verso di loro nell’altro prato.
100 km di Fiumalbo a Pistoia, congiungono i luoghi sacri dedicati a San Bartolomeo. Il cammino, che reca il nome del Santo, si snoda sulla via che univa la Val di Lima alla Lucchesia e si articola in 9 tappe percorribili in 4/5 giorni.
Quelle che interessano il territorio attorno a San Marcello Piteglio, sono in particolare tre. La prima è quella di Pieve di Controni.
Qui si trova la Pieve di San Giovanni Battista, detta “dalla doppia facciata” poiché, nel XIV secolo, ne fu invertito l’orientamento in seguito ad una frana che l’aveva danneggiata. Oggi sono ancora visibili le decorazioni della vecchia facciata nell’abside.
Lasciato il paese, percorrendo dei fitti boschi di castagni, si incontrano i borghi di Vetteglia, San Cassiano, Palleggio e Limano.
La seconda tappa è quella di Vico Pancellorum il cui fascino è legato alle numerose opere d’arte che lo arricchiscono. Questo borgo è particolare anche per una speciale lingua, l’Arivaresca, nata proprio a Vico grazie alla presenza degli stagnini, artigiani riparatori di pentole che, per non farsi comprendere, inventarono questa nuova lingua.
In ultimo Popiglio, località a cui si giunge attraversando il Masso delle Streghe e quello del Diavolo, scenari di leggende che si tramandano ancora oggi.

Parola d’ordine: adrenalina!
Sul Ponte delle Ferriere, passerella pedonale che congiunge i due versanti del torrente Lima, la natura va di pari passo con l’energia e lo spirito il d’avventura.
La struttura, inaugurata nel 1923 ed inserita nel 1990 nel guinness dei primati, è alta 36 mt. e lunga 227.
San Marcello Piteglio, paradiso dell’outdoor
Sport, natura, avventura ed emozione… Caratteristiche che incarnano appieno l’identità di San Marcello Piteglio che dal 15 al 19 settembre ospiterà l’Adventure Outdoor Fest.
Dopo 7 edizioni nelle Dolomiti, il festival che celebra l’outdoor e il turismo sportivo, esperienziale e lento, approda per la prima volta nello scenario della Montagna Pistoiese.
Una 5 giorni in cui vivere esperienze, praticare sport, cimentarsi nelle varie attività in programma, e conoscere di più sull’affascinante mondo dell’outdoor.
Appuntamento di spicco è il Montanaro Trail, gara di trail running che propone un percorso di 24 Km in uno scenario spettacolare dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Non mancheranno però momenti dedicati allo yoga, alla slackline, al bushcraft e all’indoboard.
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