VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL BEL PAESE
Perdersi tra le bellezze d’Italia, senza perdersi il meglio.
Incontri ravvicinati: Azienda agricola - Fattoria didattica “Gianfranco Antoniali”.

La tradizione che fa rima con l’innovazione

Dalla sapiente coltura secolare della vite alla produzione di vini di eccellenza

La valle Scrivia, così chiamata dal nome del fiume che confluisce nel Po, è, fin dall’antichità, meta di villeggiatura dei genovesi. Una suggestiva cornice di borghi, tra i quali Ronco Scrivia, un paese dalla storia millenaria, sorto in un’ansa pianeggiante della valle.
È qui che incontriamo l’Azienda agricola – Fattoria didattica “Gianfranco Antoniali”, la cui ampia produzione agroalimentare ha la sua punta di diamante nel vino.
Abbiamo posto qualche domanda allo stesso Gianfranco, per conoscere la storia della sua azienda e la realtà del suo lavoro.

Ci può fornire qualche breve cenno sulla storia e il territorio della sua azienda?
n tempo la Valle Scrivia era descritta in tre zone: Alta, da Savignone a Montoggio; Media, da Savignone a Isola del Cantone; Bassa, da Isola del C. ad Arquata Scrivia. La zona Media è stata sempre dedita prevalentemente alla coltura della vite. Tutta la Valle Scrivia ha subito un abbandono delle attività agricole, siano esse di coltivazione che di allevamento, a partire dai primi anni del ‘900. In particolare, dove insiste la mia azienda, era particolarmente florida la coltura della vite.

Ci racconti com’è iniziata la produzione e quale filosofia sta alla base del suo lavoro.
A partire dal 2003, dopo un abbandono quasi centenario, ho ripristinato la coltura del Nebbiolo e del Timorasso. Le origini dei miei genitori, friulani, contadini, mi hanno spinto all’attività vitivinicola: ce l’avevo nel sangue! In particolare, la mia attività ha preso spunto dall’amore e dal rispetto della terra. Mio papà mi ha sempre detto coltivando il suo orto: “Se vorrai il bene dei tuoi figli, fai provare loro un po’ di fame e un po’ di freddo, ma in particolare lascia sempre ai tuoi figli un terreno fertile; la terra va utilizzata ma non sfruttata”. E questo faccio.

Sempre riguardo alla produzione, ci spieghi com’è cambiata rispetto al passato.
Nei miei filari non metto concime, anche perché i concimi sono spesso “spazzatura”. Faccio il sovescio, che consiste nel vangare il terreno, seminare piante altamente azotanti come il pisello, il favino, l’avena, la canapa e, quando sono in piena fioritura, le taglio e lascio sul terreno a decomporsi. Il terreno assorbirà le sostanze che servono. Ormai è dal 2003 che ho ripristinato le vecchie terrazze e le ho vignate dopo un duro lavoro di pulizia dalla vegetazione. Sono orgoglioso di questa bellissima trasformazione, avendo ridato ordine ed estetica ad una collina di spine e vegetazione selvaggia. Certo, la produzione rispetto al passato è ora basata sulla qualità e non sulla quantità, ma allora il vino era un alimento, era sostentamento.
Qui siamo ancora molto vicini alle lavorazioni di un tempo, in quanto l’altitudine (650 / 700 mslm) e i terrazzamenti non consentono che in minima parte l’introduzione delle conoscenze e della tecnologia.

Oltre al vino, quali sono gli altri suoi prodotti di punta? Si avvalgono anch’essi di una tradizione consolidata?
La mia produzione principale è il vino. Sono l’unico ligure che produce Nebbiolo e Timorasso e sono sicuramente il vignaiolo ligure che ha le coltivazioni più alte della regione. È davvero un vigneto eroico. Oltre al vino, produco zafferano, radicchi rari, il fagiolo bianco di Badalucco (Imperia) che io chiamo “BADAMINCIOCCO”, una delle 5 Doc nazionali. Mi dedico poi alla trasformazione di alcuni prodotti quali marmellate realizzate con la frutta da me prodotta e alla messa sott’olio di melanzane e peperoncini ciliegia, sempre da me coltivati; inoltre, farcisco i peperoncini con acciughe che, appena pescate, metto sotto sale. Allevo poi galline, anatre, tacchini e faraone che, in cucina, poi abbino al mio Nebbiolo, mentre fagioli, melanzane e peperoncini farciti con le mie acciughe salate abbino con il Timorasso. Le mie terrazze hanno un impatto visivo molto importante e hanno visibilmente trasformato la collina del Minceto.

 

Azienda Agricola Gianfranco Antoniali
loc. Minceto 23 – 16019 Ronco Scrivia (Genova)
tel. 010 96 51 356 – cell. 331 54 95 563