Dichiarata Patrimonio Unesco nel 2004, la Val d’Orcia è una terra ricca di arte, cultura e tradizione enogastronomica, che ben si presta ad essere vissuta anche nel periodo invernale data la massiccia presenza di terme naturali libere. Situata nella provincia di Siena, qui le colline toscane si fondono con il paesaggio dell’Umbria e del Lazio, condividendo con quest’ultima una tradizione termale molto radicata.
Immaginate di trascorrere il Capodanno tra i vapori delle vasche d’acqua caldissima e benefica, per poi lasciarvi inebriare dai sontuosi piatti della tradizione serviti in uno dei borghi medievali più belli della Toscana, accompagnati, neanche a dirlo, da una altrettanto invidiabile selezione di vini. Un sogno? No, una realtà alla portata di tutti.
Ecco le 5 mete da sogno in Val d’Orcia, tra enogastronomia terme e borghi medievali.
1. Bagni San Filippo
Bagni San Filippo conta solo 91 abitanti, ma ciò non le impedisce di essere un’importante meta turistica grazie alle sue acque termali, conosciute e usate sin dai tempi degli Etruschi e dei Romani. Bagni San Filippo è una vera oasi di relax in contesto naturale da favola, che vale la pena di segnare come tappa di questo viaggio. Proprio accanto al minuscolo paese, scorre il ruscello delle terme di Bagni San Filippo che si raggiungono attraversando un bosco; qui, l’acqua fuoriesce a 48°C e si raccoglie in alcune vasche naturali, il cui accesso è totalmente libero. La più famosa attrazione è l’imponente ammasso calcareo della Balena Bianca, una vera e propria meraviglia della natura.
Certamente le ridotte dimensioni di Bagni San Filippo rendono il paesino solo una tappa relativamente breve in un più ampio itinerario tra le terme della Val d’Orcia. Ed ecco che, in soli 30 minuti di auto, si può raggiungere San Casciano dei Bagni, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia. Situato nel punto più meridionale della provincia di Siena, a ridosso dei monti Cetona e Amiata, qui sorge un Tempietto Pagano risalente al IV sec., dedicato alla dea della salute Igea.
Due le chiese da non perdere, quella della Concezione e quella di Sant’Antonio, come due sono i piatti che spiccano nella vasta tradizione enogastronomica locale: il buglione, un secondo piatto a base di carni miste di agnello e pollo in umido, seguito dai ciaffagnoni, grosse frittelle di acqua e farina cosparse di pecorino oppure di zucchero.
2. Bagno Vignoni
Il binomio terme e borghi prosegue con Bagno Vignoni, all’interno del Parco Artistico Naturale Culturale della Val d’Orcia, dove si trovano altre sorgenti termali, tra cui Bagni San Filippo che dista appena 20 minuti in auto. Abitata da sole 30 persone, attualmente è vietato fare il bagno nella sua fonte termale centrale, ma basta spostarsi sotto il parco dei mulini, dove la rupe su cui sorge il borgo degrada verso il letto del fiume Orcia, per trovare un’area in cui è possibile immergersi.
La temperatura dell’acqua qui non è così elevata, quindi non ci sentiamo di consigliarla particolarmente in questo periodo, ma Bagno Vignoni merita certamente una visita per la sua unicità. La cinquecentesca vasca di Piazza delle Sorgenti fu usata da molti artisti e nobili dell’epoca e oggi, di sera, offre uno spettacolo senza pari. Vi suggeriamo di fare un salto per ammirare le luci delle case e dei palazzi storici circostanti specchiarsi nell’acqua, tra cui il loggiato di Santa Caterina da Siena.
A una decina di minuti in auto, raggiungete quindi Castiglione d’Orcia, un altro suggestivo borgo medievale. Posto sulla sommità di una piccola dorsale poco distante dalla Cassia, Castiglione ammalia i visitatori non solo grazie alle bellezze paesaggistiche che offre, ma anche alla sua architettura risalente all’epoca medievale e rinascimentale, e alle notevoli opere di interesse artistico.
Punto nevralgico della Via Francigena da percorrere a piedi o in bicicletta, posto lungo la Tappa 35, qui passa anche la Strada del Vino Orcia, con una selezione di tour in cantina, passeggiate nelle vigne e degustazioni di vino, bruschette con olio extravergine d’oliva, salame di cinta senese e formaggi locali. Una vera chicca!
3. San Casciano dei Bagni
Con le sue 42 sorgenti termali, San Casciano dei Bagni è al terzo posto in Europa per portata d’acqua ed è annoverato tra i Borghi più belli d’Italia. Una storia antica quanto quella di Bagni San Filippo, le cui radici affondano nella civiltà etrusca, per proseguire il loro lustro nel Medioevo, quando il luogo passò spesso da una signoria all’altra dando alla luce, tra le molte cose, anche al castello di Fighine e al borgo di Celle sul Rigo, frazioni che vi consigliamo di vistare.
Celle sul Rigo, in particolare, vi accoglierà con il suo pozzo seicentesco, la torre medievale e le grotte scavate nel tufo. Ma è a partire dal Rinascimento che sorgono il Bagno Vecchio, la Sorgente detta Doccia di Testa e il Portico Grande, raccolto in una splendida costruzione medicea risalente a Ferdinando II. Tutte terme, queste, libere e a disposizione di chiunque voglia provare il piacere di immergersi nelle benefiche acque toscane, con gli scavi archeologici a pochi passi.
Una volta terminato di prendersi cura del corpo dall’esterno, il piacere continua dall’interno: un calice di vino Docg Chianti Colli Senesi sarà il perfetto coronamento di questa splendida esperienza sensoriale, specialmente se abbinato a una ricca degustazione di pecorino di Pienza nelle molte varianti che si trovano in zona, dal semi-stagionato, a quello in barrique.
4. Terme di Saturnia
Non ha bisogno di grandi presentazioni Saturnia, la sorgente termale più famosa d’Italia. Situata ai piedi del borgo medievale di Saturnia, sulla strada che da Scansano porta a Manciano, e circondata da un parco secolare, qui l’acqua sulfurea sgorga a una temperatura di 37°, attirando viaggiatori da tutto il mondo. La principale zona termale è quella delle Cascate del Mulino, una spa a cielo aperto totalmente gratuita, che in inverno rappresenta il luogo ideale per un weekend fuoriporta di benessere e natura.
Una volta terminato il vostro momento di benessere, vi consigliamo di salire in macchina e guidare per una decina di minuti alla volta di una deliziosa frazione del comune di Manciano: Montemarano, uno scrigno di storia e arte inserito tra i Borghi più belli d’Italia. Situato su una collina tra Saturnia e Manciano, dentro la triplice cerchia delle mura medievali il borgo è intatto e vi accoglierà con le sue stradine pavimentate, la caratteristica piazza del Castello circondata dagli edifici in pietra, i piccoli balconi traboccanti di fiori. Merita una visita la splendida chiesa di San Giorgio e, se il palato vi chiede di essere soddisfatto, qui potrà trovare molto di che gioire.
Per quelli più sofisticati ed esigenti, che amano essere coccolati con piatti della tradizione rielaborati in chiave gourmet, segnatevi questo nome: Da Caino. È il regno di Valeria Piccini, una delle dieci donne chef stellate in Italia. La sua è una cucina “interiore”, nel senso che viene dal cuore e si esprime al meglio con le interiora, protagoniste di molti capolavori del gusto in questo ristorante 2 stelle Michelin.
I piatti del borgo
Se invece desiderate un posto più informale, non avrete che l’imbarazzo della scelta tra le molte osterie e trattorie presenti nel piccolo, ma godurioso borgo dove, su tutti, spicca un piatto della tradizione: i tortelli di Montemerano. Ripieni di ricotta fresca, erbette, spinaci o bietola, vengono conditi con ragù di carne, ma esiste anche la versione dolce fatta con lo stesso ripieno e servita con zucchero e cannella. Altra specialità della zona è l’acquacotta, una zuppa di verdure dell’orto, servita con pane raffermo e arricchita da un uovo fresco rotto sulla zuppa calda. Lasciate le gioie del palato, dedicatevi ancora per un po’ a quelle degli occhi: dall’alto di Montemarano ci si trova di fronte a un panorama che spazia dal Monte Amiata all’Argentario, dalla valle dell’Albegna al mar Tirreno, fino all’isola del Giglio.
E se ancora non vi siete saziati di bellezza, in solo mezz’ora di auto si può raggiungere il suggestivo borgo di Pitigliano, una vera chicca della Maremma toscana, conosciuto anche come la Piccola Gerusalemme per la storica presenza di una comunità ebraica che visse qui dal 1600 fino all’unità d’Italia.
5. Terme di Petriolo
Concludiamo il nostro viaggio tra terme e borghi della Val d’Orcia con le acque benefiche di Petriolo, al confine tra i comuni di Monticiano e Civitella Paganico. A fare da cornice a queste fonti d’acqua benefica, un panorama di querce e cipressi che si alternano sulle colline e nei piani, offrendo dimora a fitti arbusti e a una fauna variegata, tra cinghiali, caprioli, lepri, fagiani. Alle Terme di Petriolo, l’acqua solfurea salso-solfato-bicarbonato-alcalino-terrosa e ipertermale sgorga alla fonte alla temperatura di 43°C e viene raccolta in antiche vasche risalenti al 1230, collocate proprio in mezzo al bosco. Note fin dall’antichità classica, le Terme di Petriolo rappresentano una tappa d’obbligo per godere della natura e delle calde acque liberamente fruibili, ma merita di certo una visita anche il sopra citato comune diffuso di Civitella Paganico, il cui centro principale è Civitella Marittima.
Il borgo medievale conserva ben intatto il Cassero Senese, buona parte delle mura e tre delle antiche porte annoverabili al 1295: Porta Gorella, Porta Grossetana, Porta Senese; queste ultime due devono comprensibilmente il loro nome alla città verso la quale sono rivolte. Una curiosità per appassionati di storia: Paganico parrebbe aver visto il passaggio dei Templari, fatto che sarebbe testimoniato da alcune tracce nel paesino. Ma non scordiamo nemmeno gli appassionati di tradizione enogastronomica, ricordando alcune delle delizie tipiche della zona. Partiamo con i classici street food maremmani: la schiaccia coi friccioli e il ciaccino senese. Fate un balzo poi nella frazione di Civitella Marittima dove resiste ancora un solo forno che produce il famoso biscotto con l’unto, chiamato anche “civitellino” o “bucunto”, la cui produzione si intensifica durante le festività. È un dolce decisamente non dolce, che fa parte della tradizione contadina, un biscotto a forma a ciambella dalla consistenza friabile, la cui particolarità è la nota aromatica data dal rosolio di menta. La classica colazione dei vignaioli, da consumarsi preferibilmente accompagnata da vini giovani. E ancora, gli anacini, biscotti salati aromatizzati all’anice che vengono prodotti nella frazione di Pari. Croccanti fuori e morbidi e asciutti dentro, anche gli anacini sono parte della tradizione contadina locale e venivano usati in sostituzione al pane per la loro maggior conservabilità.