Esaltare la bellezza della natura attraverso un approccio inclusivo. Questo è solo il primo degli obiettivi del Cammino del Po, un itinerario che in 600 km ripercorre il ciclo vitale del Fiume, dal Monviso fino alla foce.
4 regioni, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, da esplorare a piedi, in bici e anche in carrozzina per entrare a contatto con le comunità locali e conoscerne peculiarità e tradizioni.
Il progetto
Il Cammino del Po nasce da un’idea dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Il Cammino del Po – APS, con il supporto di alcuni importanti sponsor.
Inclusivo, sin dalle prime battute, questo percorso vuole essere alla portata di tutti, dai camminatori meno esperti alle famiglie, fino alle persone diversamente abili.
Inserito in un territorio pianeggiante che ne agevola la percorribilità, si tratta di un progetto che utilizza l’attività del camminare come connettore tra diversi messaggi.
In primo luogo la riscoperta dell’attività sportiva intesa come stile di vita sano e rinnovato contatto con la natura. In secondo luogo l’inclusività, nel suo essere un itinerario adatto ad ogni tipologia di camminatore.
Lo sviluppo di un prodotto turistico sostenibile e di prossimità nel pieno rispetto delle comunità locali di cui, il Cammino, si propone di promuovere servizi ed attività commerciali.
Infine la consapevolezza che per raggiungere determinati obiettivi occorrono studio ed impegno, come ha sottolineato l’atleta paralimpico Andrea Devicenzi testimonial del percorso.
Intenti che convergono appieno con il programma di azione per lo sviluppo sostenibile di Agenda 2030.
Dal Piemonte al Veneto, alla scoperta del Po
Punto di partenza del percorso è il Piemonte, dove il fiume Po nasce tra le Alpi Cozie nel suggestivo contesto del Parco del Monviso.
Prima tappa è infatti Pian del Re, località caratterizzata dalla ricchezza di acque e biodiversità floristica e faunistica. Snodo tra numerosi sentieri, Pian del Re insieme a Torino rappresenta la fase della nascita.
Dall’antica capitale del Regno d’Italia, oggi affascinante salotto e cornice di edifici artistici di fascino indiscutibile come la Mole Antonelliana ma anche il Palazzo Reale e il Duomo, si procede alla volta di Pavia.
Un salto verso un’altra delle regioni coinvolte, la Lombardia, dove il fiume intraprende la sua fase di sviluppo.
Meta di transito di numerosi viaggiatori e pellegrini, Pavia fonde insieme il carattere classico di luoghi come l’Università fondata da Carlo IV o ancora il complesso monastico rinascimentale della Certosa, con un centro cittadino dinamico e giovane.
Il percorso continua verso Piacenza, punto terminale dell’Antica Via Emilia, in cui natura e buona tavola vanno a braccetto.
E a proposito di buona tavola, la tappa successiva è Cremona patria di una golosità senza eguali come il torrone. Ma anche Capitale della Musica e sede di numerose botteghe dove il legno viene trasformato in preziosi violini dalle abili mani degli artigiani locali.
Il Cammino del Po, entra quindi nella sua terza fase, quella maturità, passando prima per Brescello, località dove il fiume Enza confluisce nel Po, resa nota dalle spassose vicissitudini di Don Camillo e Peppone e poi per San Benedetto Po dov’è collocato il monastero millenario che custodisce le spoglie di Matilde di Canossa.
Ed ecco che l’atmosfera rinascimentale di Ferrara apre la quarta ed ultima fase del cammino, quella della trasformazione.
Nell’elegante città emiliana, storia e cultura si intrecciano e gli scorci del centro storico diventano lo scenario di eventi come il Palio di San Giorgio e Ferrara Buskers.
Il Cammino si conclude a Pila che anticipa l’arrivo alla foce del Po dove il fiume e il mare tornano ad abbracciarsi.
Delizie e dintorni lungo il Cammino del Po
L’elemento naturalistico è senz’altro predominante in questo Cammino, ma non va dimenticato che il territorio attraversato dal Po si caratterizza per alcune eccellenze gastronomiche che si innestano nel tessuto delle comunità locali raccontandone storia e tradizione.
La cucina montanara del Monviso, fatta di sapori decisi e genuini.
Dalle Raviolas, gnocchi di patate e formaggio condite con burro fuso i Crosetins con farina di segale, fino alle Batiaje, le golosissime paste di meliga.
E poi il Vitello Tonnato, tra i secondi più rappresentativi della cucina italiana, ma anche la Bagna Cauda, i Tajarin e il Bonèt, irresistibile budino al cioccolato tipico della tradizione piemontese.
Passando in Lombardia incontriamo la tradizione contadina pienamente rappresentata dal Miccone Pavese accompagnato al Salame d’Oca di Mortara IGP, e poi l’irrinunciabile Torrone, la Mostarda, il Cotechino Vaniglia assolutamente imperdibili durante il passaggio da Cremona.
La cucina casalinga dell’Emilia Romagna, ricca e genuina, tra Borlenghi, Erbazzone e tutte le declinazioni della Pasta all’Uovo, si avvale di prodotti d’eccellenza come il Parmigiano Reggiano o ancora gli Asparagi che trovano una perfetta espressione nella preparazione dei risotti. Un Lambrusco in accompagnamento è quasi d’obbligo!
A Ferrara poi, la cucina di terra e quella di mare si alternano in un perfetto equilibrio dando luogo a piatti iconici come il Pasticcio di Maccheroni, i Cappellacci, le Rane fritte, le Acquadelle Marinate e per concludere in dolcezza la Tenerina accompagnata, per i veri golosi, col mascarpone.
Volendo scegliere infine un piatto rappresentativo per l’ultima tappa del Cammino, potremmo citare su tutti le Sarde Fritte alla Polesana, la perfetta esaltazione di uno dei prodotti che maggiormente caratterizzano questa zona.