La vocazione cicloturistica dell’Appennino Bolognese è cosa assai nota. Una natura incontaminata, in cui le montagne si alternano a rigogliose distese verdi, costituisce lo scenario ideale per regalare a tutti gli appassionati delle due ruote un’autentica esperienza outdoor in Appennino.
Siete pronti? Salite in sella!
Alla scoperta delle Grotte di Labante
Vergato si ricollega, tramite un itinerario di 30 km, alle suggestive Grotte di Labante situate nel comune di Castel d’Aiano. Il percorso non proprio semplicissimo, caratterizzato da un dislivello di 1250 mt, offre la possibilità di entrare in contatto con una natura incontaminata.
Dai 1000 mt del Monte Castellana si arriva alle cascate delle Grotte di Labante, principale esempio di travertini in Italia. Qui, tra i giochi d’acqua all’ombra dei folti alberi dei boschi appenninici, ci si potrà concedere un momento di ristoro prima di imbracciare nuovamente la bicicletta.
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In bicicletta tra oasi naturalistiche e antichi mulini
Nei pressi di Grizzana Morandi, più esattamente a Tramonte, antico borgo medievale, ha inizio un percorso breve, che ha come tappa intermedia Campolo. Se non andate troppo di fretta, potete variare il giro, allungandovi verso l’oasi naturalistica di Montovolo, dove entrerete in contatto con una ricca biodiversità.

Se invece non avete tempo per una sosta, il vostro itinerario continuerà fino a Verzuno dove potrete visitare Mulino Cati, e assistere alle varie fasi di trasformazione dalla macinatura dei cereali fino alla realizzazione del pane.
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Verso il Parco del Corno alle Scale
Uno degli aspetti più interessanti dell’Appennino Bolognese è la possibilità di raggiungere luoghi apparentemente “lontani”, grazie ad itinerari e sentieri ben tracciati.
Da Camugnano, ad esempio, è possibile raggiungere Poggiolforato, una località che rientra nel comprensorio del Corno alle Scale.
Attraverso un percorso di circa 30 km, di media difficoltà, si arriva in questo paesino che risulta particolarmente interessante per la presenza di alberi monumentali, come l’agrifoglio di Poggiolforato, ma anche per il Mulino del Capo che rientra tra i più grandi mulini montanari.
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Brasimone e dintorni
Spostandoci sull’altro versante del Parco dei Laghi, un facile percorso ad anello per bicicletta parte da Castiglione dei Pepoli.
In tre ore, a ritmo tranquillo, si può percorrere l’itinerario che raggiunge i 1000 mt di quota del Monte Baducco per poi scendere, attraverso strade principalmente sterrate, verso il Lago Brasimone.

Lungo il percorso, s’incontreranno fontane e ponticelli e il particolare Eremo del Viandante, situato in località Pianaccia.
Qui i cicloturisti potranno concedersi un piccolo momento di pausa e ristoro, prima di godere del relax sulle sponde del Lago Brasimone.
Sui passi degli Dei
Chi non conosce la famosa Via degli Dei?
Si tratta della via che, per oltre 4 secoli, gli Etruschi percorsero per i loro commerci e per mantenere stabile il loro dominio sulla Pianura Padana. Le origini del nome invece, sono da ricondurre ai monti presenti nel territorio che riportano i nomi di divinità romane.
Sapevate, però, che è possibile percorrere questo itinerario anche in bicicletta?
Da Madonna dei Fornelli, poco distante da San Benedetto Val di Sambro, parte la seconda tappa della Via degli Dei che arriva fino a San Piero a Sieve, già in territorio fiorentino.
Nella prima fase del percorso s’incontrano arbusti e boschi molto fitti che conducono fino alla Piana degli Ossi, dov’è situata una fornace di calce. La discesa verso La Futa è caratterizzata dai resti dell’antica Via Flaminia, che portano direttamente al cimitero germanico.
Da qui si procede verso il Monte Gazzaro e l’Osteria Bruciata, oggetto di antiche leggende, fino ad arrivare a Sant’Agata e a San Piero, riconoscibile per la sua pieve.
Il percorso, nel complesso, non mostra difficoltà particolari ed è fattibile in circa 4 ore.
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In bicicletta verso la cima del Monte Venere
Un ultimo sforzo, porta a godere di un bellissimo panorama. Partendo in bicicletta da Monzuno, attraverso un percorso di circa 7 km con pendenza più o meno costante del 15%, si arriva in cima al Monte Venere.
Da qui vi sembrerà di poter tenere sul palmo della mano l’intero arco alpino riuscendo ad intravedere, nei giorni più tersi, persino la cima del Monte Bianco.
Sul Monte sorge anche un suggestivo oratorio, recentemente ristrutturato, in seguito alla distruzione subita durante la seconda guerra mondiale.