Per rintracciare le origini della Via Francisca del Lucomagno bisogna fare un salto nel tempo, all’epoca in cui i mercanti europei si mettevano in viaggio attraversando il Passo del Lucomagno, per raggiungere prima Pavia e poi Roma.
Itinerario percorso da personaggi del calibro di Federico Barbarossa ed Enrico II, la Via Francisca del Lucomagno, grazie alla varietà di territori attraversati, offre ai viandanti la possibilità di entrare in contatto con peculiarità naturalistiche, storiche ed enogastronomiche davvero interessanti.
Percorso e tappe
Il percorso, nella sua lunghezza complessiva, si estende per 510 km di cui 135 in Italia tra le province di Varese, Milano e Pavia.
Si tratta di un cammino parziale, adatto a tutti. Basta avere la passione per i cammini e una buona dose di curiosità.
Infatti, oltre a non presentare particolari difficoltà da un punto di vista strettamente tecnico, sono state ottimizzate tre tipologie di percorsi: uno per viaggiatori a piedi, uno per cicloturisti e non ultimo, uno caratterizzato da strade asfaltate per consentirne la fruibilità anche a persone con mobilità ridotta.
Le tappe, complessivamente otto, vanno da Ponte Tresa a Ganna (1 tappa) località del varesotto che sancisce l’ingresso in Italia e dalla quale, attraverso un tratto di 18,8 km si giunge nel capoluogo lombardo (tappa 2).
Da qui si prosegue per Castiglione Olona, borgo di origini antichissime, tra rotaie dismesse e paesaggi mozzafiato (tappa 3), fino ad arrivare a Castellanza (tappa 4) da cui ci si sposta verso Castelletto di Cuggiono in cui ha sede la prestigiosa Villa Clerici (tappa 5).
Il percorso continua in pianura, costeggiando il Naviglio, e giunge fino a Cassinetta di Lugagnano annoverato tra i borghi più antichi della pianura padana per terminare poi ad Abbiategrasso (tappa 6).
Si procede alla volta di Bereguardo (tappa 7) attraversando uno dei luoghi più affascinanti dell’intero percorso, l’abbazia cistercense di Morimondo candidata all’inserimento tra i beni patrimonio UNESCO.

Ottava e conclusiva tappa è Pavia, meta di arrivo di numerosi itinerari percorsi dai pellegrini ma anche località di partenza di un altro interessantissimo cammino, la Via degli Abati.
Un cammino, mille scoperte
Intraprendere la Via Francisca del Lucomagno vuol dire scoprire un territorio in tutte le sue sfaccettature.
L’aspetto naturalistico, che predomina senz’altro sugli altri, è ben rappresentato da luoghi come il Parco dell’Argentera. Qui è possibile ammirare quattro degli antichi mulini risalenti al 1700-1800, oltre ad una ricchissima biodiversità che si sviluppa attorno alle sponde del torrente Dovrana.
Al Lago di Ghirla, la bellezza e la quiete della natura incontrano il dinamismo degli sport outdoor, sia invernali, come l’hockey e il pattinaggio su ghiaccio, ma anche estivi come il kayak e il nuoto, regalando ai camminatori momenti di relax ma anche di grande divertimento.
Non solo natura. I luoghi attraversati dalla Via Francisca del Lucomagno fanno da cornice ad una molteplicità di vere e proprie chicche a livello artistico.
Si va dalla Chiesa di S. Martino a Marchirolo al Museo della cultura prealpina di Brinzio, narrazione vivida delle attività produttive che un tempo caratterizzavano il varesotto, fino ad arrivare al Museo della Collegiata di Castiglione Olona celebrato come “l’Isola di Toscana in Lombardia” da Gabriele D’Annunzio.
L’appetito vien… camminando!
Per raccontare al meglio il territorio su cui si snoda la Via Francisca del Lucomagno, non si può certo prescindere dalla ricca tradizione enogastronomica.
E non parliamo solo dei ben noti vini dell’Oltrepò Pavese, ma anche di piccole delizie che incarnano al meglio l’identità culinaria lombarda.

L’allevamento delle capre, caratteristico della zona del varesotto, dà luogo a prodotti d’eccellenza come la Formaggella del Luinese DOP, formaggio a pasta dura realizzato unicamente con il latte crudo dalle capre Camosciata delle Alpi, Nera di Verzasca e Saamen, ma anche al Violino, un prosciutto ottenuto da capre allevate allo stato semibrado a cui è stato conferito il riconoscimento di presidio slow food.
Non bisogna poi dimenticare prodotti come l’Asparago di Cantello, bianco dalla punta leggermente rosata, o ancora la Pesca di Monate dalla quale si ottengono golose marmellate l’eccellente Miele Varesino DOP.
Passando ai piatti della tradizione non si possono non citare i ravioli di Sesto Calende con il loro ripieno tipico di pesce persico o ancora il Bruscitt, carne di manzo rosolata servita con polenta, tipico delle zone di Busto Arsizio.
Scendendo verso Pavia oltre al riso, declinato ed esaltato in una molteplicità di risotti, va ricordato il tipico Bata Lavar, l’agnolotto tradizionale di Canneto Pavese ripieno di brasato, formaggio e uova, riconosciuto come prodotto De.Co.
Ma anche la Zuppa Pavese, piatto di tradizione contadina a base di pane raffermo uova e brodo di gallina, i Munighilli le classiche polpette ottenute con la carne avanzata o ancora la Luganega e gabarò, piatto a base di salsiccia e funghi chiodini.
Per vivere appieno l’esperienza della Via Francisca del Lucomagno è necessario concedersi una dolce parentesi già a partire dalla prima tappa.
A Lavena Ponte Tresa, infatti, si produce il Dolce del Pellegrino, una preparazione che unisce spiritualità e gusto.
Nato da un’idea di Angelo e Stefano Riccardi, proprietari dell’omonima pasticceria, il Dolce del Pellegrino è una sorta di pane dolce arricchito con il Porto (vino che richiama il noto cammino di Santiago) e l’uvetta della Cisgiordania come omaggio alla Città Santa di Gerusalemme.
Ma non mancano, certamente, le preparazioni dolci tradizionali. Dalla classica Torta Paradiso, semplice ma estremamente golosa, alle Offelle di Parona presenti nelle dispense di tutte le case della Lomellina, ce n’è davvero per tutti i palati.