VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL BEL PAESE
Perdersi tra le bellezze d’Italia, senza perdersi il meglio.
tradizioni di novembre

San Martino, festa di corna e di vino!

L'11 novembre si festeggia in tutta Italia San Martino, giornata in cui si aprono le botti per assaggiare il vino “novello”, ma non solo...

San Martino

La festa di San Martino è da tutti certamente ricordata per la poesia di Carducci che viene insegnata a scuola. Ma noi, nati negli anni ’80, l’abbiamo altresì avventatamente sentita cantare su base dance, nel 1993. Poco male: il ricordo della “nebbia agli irti colli” si consolida e diventa memoria storica, fondamento culturale, in un modo o nell’altro.
Tralasciando i sofismi, torniamo all’essenza della festa, intrinsecamente legata alla tradizione contadina.

 

Le origini della festa di San Martino

San Martino cade l’11 novembre, giorno in cui storicamente scadevano i contratti e gli affitti agrari in tutta l’Italia settentrionale; fare “San Martino” divenne ben presto sinonimo di cambiare terra alla ricerca di un nuovo appezzamento dove vivere e lavorare, o meglio, dove lavorare per vivere. La povertà che ha sempre contraddistinto il mondo contadino, per un giorno si cancella dalle menti e dalla tavola, lasciando invece spazio alla riconoscenza per i frutti della terra e alla ritualità legata al desiderio di abbondanza. Per San Martino, in Veneto, ci si concedeva finalmente l’oca, il maiale dei poveri, in quel particolare giorno dell’anno in cui ci si poteva abbuffare, prima del digiuno in vista del Natale.

Grande speranza di ricchezza si riponeva dunque in quel capodanno rurale, tanto da aver dato origine al proverbio “Chi no magna oca a San Martin, no’l fa el becco de un quatrin”, e fissato l’animale di bassa corte nella tradizione gastronomica della giornata. Su questa consuetudine si tesse anche una leggenda che narra della fuga del monaco Martino per evitare l’elezione a Vescovo di Tours. San Martino si nascose in campagna, ma il suo rifugio fu ben presto svelato dallo starnazzare delle oche.

Le prelibatezze della festa

oca arrosto di San MartinoFriuli, Veneto, Lombardia e Romagna si apprestano dunque a imbandire la tavola con piatti a base di oca, mentre a Scanno, in Abruzzo, la propiziazione all’abbondanza la si ricerca nell’impasto della “pizza coi quattrini”, in cui, tra mais, noci, fichi secchi e miele, viene nascosta una monetina. Ma non dimentichiamo che a San Martino si celebra anche il primo assaggio del vino novello. Uno dei detti di questa ricorrenza è, infatti, “A San Martino ogni mosto diventa vino” e di solito lo si abbina alle castagne, mentre in Salento lo sposalizio è con le pittule, delle palline di pasta lievitata molto morbida, fritte in olio bollente.
Scendendo sempre più verso sud arriviamo in Sicilia, dove per San Martino si preparano dei biscotti secchi aromatizzati semi di finocchio, o anice, da abbinare al moscato di Pantelleria. Si tratta in realtà di una rielaborazione delle originali “sfinci di San Martino” che già durante il Medioevo erano vendute nelle bancarelle di Palermo.

 

Venezia e il cavallo di San Martino

Tornando verso nord, non possiamo non citare il coloratissimo cavallo dolce di San Martino che si prepara a Venezia, un dolce di pasta frolla dalla forma del santo in groppa al suo destriero, ricoperto di cioccolatini e praline colorate. Perché il cavallo? Dobbiamo sempre rifarci a una leggenda che riguarda il Santo e che narra di un suo nobile gesto. Notando un mendicante infreddolito, Martino tagliò una metà del suo mantello e gliela donò. In quel momento, la pioggia lasciò il posto a un insolito sole che scaldò la giornata. Questo è il motivo per cui l’11 novembre è anche denominato “Estate di San Martino”. Per la ricetta del cavallo di San Martino, vi rimandiamo a questa pagina.

cavallo di San Martino

La processione dei cornuti

In pochi invece sapranno che questa è anche la “Festa dei Cornuti”, forse perché in epoca medievale era il momento delle fiere di animali con le corna, simbolo per antonomasia dei partner fedifraghi. Secondo l’antica tradizione, per l’occasione sfilava per le strade dei paesi un corteo di uomini traditi e che avevano appreso dell’infedeltà da un lumino lasciato acceso dai compaesani sull’uscio di casa. Durante la processione dei cornuti, i poveri mariti sfilavano con i simboli più classici del tradimento (le corna, su tutti), mentre venivano scherniti con versi decisamente poco gentili… Con molte variazioni sul tema, questa festa goliardica e dissacrante la ritroviamo in buona parte dell’Italia Centrale e del Sud, e noi tiriamo un sospiro di sollievo!
Più dolci, invece, i festeggiamenti in provincia di Avellino e Salerno, dove i mariti regalano alle mogli “il torroncino di San Martino”, un gustoso rito apotropaico per scongiurare le indesiderate corna.