A JOURNEY THROUGH ITALY
Wander through Italy’s wonders, without missing the best.
THE ART OF GOOD TASTE

Elizabeth Minchilli and her aesthetic of taste

Passionate about Italian culture in all its forms, the American writer and blogger tells foreign tourists the authentic values of Italy

elizabeth minchilli

La filosofia del cibo non è mai qualcosa di unicamente legato ai procedimenti di una ricetta, alla scelta degli ingredienti o all’assaggio finale. C’è qualcosa che trascende da tutto questo e che va a ricollegarsi con quello che è il contesto culturale e i valori che da esso derivano.

È questo l’ambiente in cui ha deciso di muoversi Elizabeth Minchilli, scrittrice e blogger americana, che ha scelto l’Italia come sua seconda patria con l’obiettivo di raccontarne lo stile di vita ai turisti stranieri.

Il suo amore per l’Italia è in un certo senso innato. Durante un periodo di studio, dedicato alla realizzazione della sua tesi sulle Grotte dei Giardini di Boboli a Firenze, Elizabeth Minchilli conosce suo marito Domenico, noto architetto romano, specializzato in progettazione residenziale e di ospitalità.

Da qui si apre un nuovo capitolo della sua storia. Il matrimonio, le figlie, il primo libro nel 1998 e la collaborazione con riviste di architettura, interior design, ma anche di cibo e, nel 2009 l’apertura del suo blog e la creazione di tour per stranieri alla scoperta delle eccellenze italiane.

Elizabeth, qual è l’elemento che colpisce maggiormente i turisti stranieri quando vengono in visita in Italia?

Il cibo è una componente essenziale della vita. Non è mai fine a sé stesso ed è sempre strettamente legato al contesto in cui nasce. Quando una persona straniera mi chiede la ricetta di un piatto italiano, non si limita a chiedere ingredienti e procedimenti, vuole piuttosto trovare una ricetta autentica. La domanda tipo è: Mi daresti la ricetta della lasagna come la farebbe una nonna italiana?

Non basta imparare a realizzare il piatto, vogliono scoprire quel quid da cui si scatena la magia dell’italianità.

Nei tuoi tour non sei da sola, a condividere con te quest’attività c’è tua figlia Sophie. In che modo credi di averle trasmesso questa passione?

Le mie due figlie hanno vissuto, sin dall’inizio, la mia passione per l’arte e per il cibo. Sophie, in particolar modo è una grande “oratrice”. A lei piace moltissimo parlare, ma ha anche la straordinaria capacità di ascoltare e saper fare tesoro di ciò che gli altri le raccontano. Per questa ragione abbiamo deciso di unire i nostri punti di forza, io il mio interesse per il contesto culturale lei la sua passione innata per la condivisione e che dire… Siamo un team vincente!

Oltre ad organizzare questi tour sei anche una scrittrice e oggi vanti al tuo attivo 9 libri. I primi sei erano totalmente incentrati sull’arte, il settimo e l’ottavo unicamente sul cibo, con il nono hai unito le due cose.

Da cosa è derivata questa inversione di rotta?

The Italian Table è un po’ la sintesi del mio percorso. Con la pubblicazione di questo libro ho voluto condurre il lettore in quella che è l’atmosfera tipica italiana davanti ad una tavola imbandita.

Ho cercato di creare un equilibrio tra elemento storico-culturale e tradizione enogastronomica con un pizzico di bon ton. Insomma, un vademecum per essere dei perfetti padroni di casa in stile italiano.

Il tuo lavoro è, senza dubbio alcuno, la massima espressione del tuo amore per l’Italia e l’italianità.

Ma se dovessi associare un sapore ed un profumo all’Italia, cosa sceglieresti?

È una domanda che mi viene posta spesso e che mi riporta verso un bellissimo ricordo. A 12 anni feci un viaggio a Roma con la mia famiglia.

Mentre le mie sorelle e mia madre dormivano, mio padre mi coinvolse in una passeggiata in giro per la Capitale con la promessa di un goloso manicaretto. Percorrendo l’Aurelia, assaggiai la mia prima pizza bianca con mortadella. Un sapore che non potrò mai dimenticare, un po’ come Proust con la madeleine.

Elizabeth Minchilli conclude con un’emozionante riferimento alla sua città d’azione

Esiste poi un profumo che associo solo ed esclusivamente a Roma ed è quello dei carciofi appena tagliati a Campo de’ Fiori. Puoi girare il mondo intero, ma quel profumo appartiene unicamente a Roma.