A JOURNEY THROUGH ITALY
Wander through Italy’s wonders, without missing the best.
CRAFTS IN MUSIC

Art and sounds in the magical world of violin making

Roberto Montagna, luthier, first for passion and then for profession, takes us to his workshop to discover the secrets of this ancient craft technique

liuteria

Odori pungenti, forme sinuose e ammalianti tra mille sfumature di legno.

Entrare nel laboratorio di un liutaio, vuol dire compiere un viaggio verso un’arte antica, che affonda le proprie radici Medioevo.

In quell’epoca, infatti, l’Italia divenne la culla della liuteria, popolandosi di numerosissime botteghe artigiane, in particolar modo a Brescia, dove l’anonimo Maestro delle viole ne realizzò tre per Isabella d’Este, e a Cremona, patria di Antonio Stradivari e Giuseppe Guarneri del Gesù.

Nonostante lo scorrere del tempo, le tecniche che fanno capo alla liuteria sono praticamente rimaste immutate e ancora oggi ci sono artigiani che portano avanti, con dedizione e fierezza, questa nobile tecnica.

Tra loro, possiamo senz’altro annoverare Roberto Montagna, liutaio veneto, che ha fatto della passione di una vita la sua professione.

Roberto Montagna, liutaio per vocazione

La musica è sempre stata nelle sue corde. Sin da bambino infatti, incuriosito dai racconti del padre, musicista di organetto in quelli che allora venivano definiti “complessi”, si avvicina al mondo della musica, cominciando lo studio del flauto traverso.

Varie vicissitudini determinano l’interruzione degli studi, ma Roberto continua a coltivare un’altra passione, quella per l’artigianato che lo porta a realizzare nel 2007 la sua prima chitarra.

Ma è grazie all’incontro del tutto fortuito con il maestro Fabio Chiari, nel 2009, che la liuteria diventa per Roberto una vera e propria professione.

Avevo già un lavoro all’epoca – racconta Roberto – ma quando il maestro Chiari mi chiese se mi sarebbe piaciuto entrare nella sua bottega di Sesto Fiorentino, in qualità di allievo, sentivo di avere una possibilità in più per realizzare il mio sogno.

Il 2014 è l’anno della seconda grande conquista, Roberto consegue il diploma alla Scuola Toscana di Liuteria con particolare elogio sulla qualità sonora dello strumento.

Tra violini, viole e violoncelli

 

LIUTERIALa carriera di Roberto prosegue con l’apertura di un suo laboratorio a Casale di Scodosia (PD) dove, con la scrupolosità che lo caratterizza, si dedica alla realizzazione di strumenti ad arco.

Non soltanto i più noti, tra cui violini, viole e violoncelli, ma anche strumenti di epoca medievale, la cui lavorazione prevede anche una certa perizia in termini di intarsio e decorazione.

Ma non è tutto qui. Roberto ci racconta che il lavoro comincia già a partire dalla scelta dei legni. Bisogna avere una grande cura nella fase del taglio che, solitamente, deve avvenire tra gennaio e febbraio in un giorno di luna calante.

Fatta questa operazione, i legni vengono portati in segheria, scortecciati e poi stagionati.

La natura è protagonista assoluta di ogni fase, compresa quest’ultima.

Non c’è nulla di meccanico o artificiale – racconta Roberto – se, ad esempio, la stagionatura viene fatta in un ambiente secco, il giusto livello di umidità viene ottenuto inserendo nella stanza un secchio d’acqua.

I legni, naturalmente, non vengono scelti a caso. La liuteria classica predilige l’utilizzo dell’abete rosso di risonanza, dell’acero di monte e del pioppo, sia nero che bianco.

Tuttavia, ci sono state fasi come il Rinascimento in cui venivano adoperati i materiali che si avevano a disposizione.

Del resto – aggiunge Roberto – un aspetto forse poco attenzionato è proprio questo. Gli strumenti raccontano una storia e hanno una loro identità, che deriva anche dalla provenienza dei materiali adoperati.

Sui tempi di lavorazione, infine, si va dalle 200 ore dei violini alle 300 ore dei violoncelli, fino a tempistiche più lunghe per gli strumenti medievali.

Il futuro della liuteria in Italia

L’approccio all’artigianato è molto cambiato negli ultimi tempi – racconta Roberto – La gente non acquista più un prodotto solo per le sue caratteristiche, ma anche per la firma che c’è dietro, investendo anche cifre considerevoli. Si tende più alla ricerca dell’artista che a quella dell’artigiano, insomma.

Stanno cambiando senz’altro i gusti e con essi anche il mercato. A questo va anche aggiunta la presenza sempre più forte della tecnologia che, non sempre, ha un linguaggio affine all’artigianato.

Fortunatamente – conclude Roberto – ci sono tantissimi giovani interessati a portare avanti quest’arte. Andrebbero solo supportati con strumenti adeguati e incoraggiati da persone in grado di ampliare i loro orizzonti.