VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL BEL PAESE
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CUCITO ARTISTICO

Il merletto a fuselli di Sansepolcro

Dai primi del Novecento la storia di Sansepolcro, in Valtiberina, è indissolubilmente legata al fascino della lavorazione del merletto a fuselli avviata dalle sorelle Marcelli

merletto a fuselli

Ripercorrere la storia del merletto a fuselli significa fare riferimento ad una vicenda ben più intima e familiare, quella delle sorelle Marcelli.

È infatti ad opera di Adele e Ginna Marcelli, allieve di Amelia Gelli, che viene inaugurata una scuola di merletto a fuselli a Sansepolcro.

Non soltanto una scuola in cui apprendere i rudimenti di merletto a fuselli, ma un vero e proprio luogo di emancipazione per le donne dell’epoca.

Ha inizio così un sodalizio che vedrà consolidarsi sempre di più nel tempo il legame tra la località della Valtiberina e l’antica arte tessile.

La fondazione della scuola

Siamo agli inizi del ‘900, un secolo di grande fermento. La Grande Guerra, l’avvento di uno stato liberale in cui anche le donne cominciano ad avere un ruolo attivo nella società.

In Italia, il diritto di voto femminile sarà conquistato nel 1946 ma nel frattempo, piccole traguardi vengono raggiunti in nome di un’emancipazione che possa essere davvero definita tale.

merletto di sansepolcro
Foto credit: Merletto di Sansepolcro

Per Adele e Ginna Marcelli la chiave di questa emancipazione ha un nome, merletto a fuselli altrimenti chiamato “trina a spilli”.

Una tecnica appresa da Amelia Gelli Pagliai che a sua volta l’aveva appresa in carcere da una religiosa di origine fiamminga.

E dopo aver studiato, esplorato innumerevoli schemi, raggiunta una certa abilità, le due sorelle decidono di aprire una loro scuola.

Forti dell’appoggio anche del padre che realizza per loro il sostegno mobile su cui si appoggia il tombolo di Sansepolcro e del marito di Ginna, che si occupa dei disegni, le due sorelle danno avvio alla “Premiata scuola di merletto a fuselli Adele e Ginna Marcelli”.

Inizialmente frequentata soltanto da ragazze di buona famiglia, la scuola cominciò a diventare sempre più popolare e, man mano, si aggiunsero le ricamatrici a domicilio.

Le soddisfazioni e i riconoscimenti non tardarono ad arrivare e, nonostante la prematura morte di Adele, la scuola continuò ad andare avanti formando delle vere e proprie maestre di ricamo.

Nel 1955 a Ginna venne affidato un incarico presso la scuola d’arte per l’insegnamento di merletto a fuselli.

Sostituito per un periodo dal corso di tessitura, l’insegnamento venne ripristinato e portato avanti dall’allieva Pia Berghi che ne garantì la continuità.

 

Le caratteristiche del merletto a fuselli

Il merletto a fuselli sembra derivare dalla passamaneria, un tecnica di tessitura di origine antichissima in cui venivano intrecciati cordoni e galloni decorativi.
E le analogie, infatti, sono numerose dalla lavorazione agli aspetti più tecnici.

I filati vengono arrotolati su asticciole di legno oppure di osso e appoggiati sul tombolo, un cuscino imbottito adoperato come supporto per il lavoro.

Tra le tipologie di merletto a fuselli due sono le più note: il merletto a fili continui e il merletto a pizzi riportati.

Il primo viene lavorato in un unico pezzo con lo stesso numero di fuselli, mentre per il secondo le parti vengono lavorate separatamente ed unite in un secondo momento.

Il lavoro viene impostato o seguendo un disegno sottostante, sul quale i fuselli vengono bloccati da alcuni spilli, oppure liberamente.

Un esempio di ricamo libero è quello del merletto di Cogne che sfrutta la trama del tessuto che riveste il tombolo.

Per quanto riguarda poi i filati utilizzati, i più noti sono il lino, la seta e il cotone, ma in epoca moderna si è dato spazio ad altri tessuti più nuovi. 

 

L’arte del merletto a fuselli oggi

Nel 1977 l‘Istituto Schianteschi ospitò una nuova scuola di merletto fondata e condotta da Pia Berghi, già allieva della Scuola Marcelli.
Il 1983 è l’anno in cui invece il Centro Culturale di Sansepolcro, nato nel 1979, organizza la prima mostra di merletto a fuselli, rinnovando l’interesse verso un’arte che sembrava quasi dimenticata.

Dal 1984 con la seconda mostra di merletto si decide di celebrare con ritmo biennale questa nobile attività, raccogliendo prima i merletti italiani e raggiungendo poi una dimensione mondiale.

A metà degli anni ’90 l’Istituto d’Arte di Sansepolcro dà il via ad uno studio sulla moda contemporanea, realizzata con il recupero di tessuti pierfrancescani ed inserti di merletti rielaborati dagli originali conservati nel suo archivio storico.

Il 1996 è l’anno che consacra definitivamente il legame tra il merletto a fuselli e la cittadina di Sansepolcro.

Nasce l’associazione “Il Merletto nella città di Piero” per valorizzare il merletto a fuselli attraverso lo svolgimento di corsi di merletti e ricamo. Contestualmente, il comune di Sansepolcro allestisce uno “Spazio del merletto” dove vengono conservate le trine e documenti autentici della Premiata Scuola Marcelli.

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Foto credit: Merletto di Sansepolcro